Flute & Guitar
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Federica Lotti, flauto

Florindo Baldissera, chitarra



Francesco Molino  (1775-1847)

Notturno op. 38 in re maggiore

Andante cantabile- Rondò Allegro

     


Rosario Mirigliano  (1950)

Improptu (1981) per flauto in sol e chitarra


Mauro Giuliani  (1780-1840)

Gran Duo Concertante op. 85 in la maggiore

Allegro maestoso

Andante molto sostenuto

Scherzo

Allegretto espressivo



***


Corrado Pasquotti  (1954)

Filari (1991) per ottavino e chitarra

Ferdinando Carulli  (1770-1841)

Serenata n.°3 op.106  in do maggiore

Largo - Allegretto


Mario Castelnuovo -Tedesco  (1895-1968)

Sonatina op. 205 (1965)
Allegretto grazioso

Tempo di Siciliana (Andantino grazioso e malinconico)

Scherzo Rondò (Allegretto con spirito)

 


NOTA AL PROGRAMMA

La chitarra nel primo scorcio del XIX secolo vive un felice e proficuo periodo in cui amplia il proprio repertorio e la gamma delle possibilità strumentali, spinte fino al più brillante virtuosismo. Di questo vasto repertorio la musica da camera, per due o più strumenti, rappresenta una parte molto cospicua, e di rilevante importanza qualitativa. Francesco Molino, Ferdinando Carulli e Mauro Giuliani furono dei musicisti emigranti, a causa di una scarsa attenzione italiana alla musica strumentale, e conobbero fortuna e notorietà i primi due a Parigi, il terzo a Vienna. Il ruolo della chitarra nelle musiche cameristiche di questo breve ma intenso periodo è predominante, e sarà limitato successivamente solo dall'avvento e dalla diffusione del pianoforte. Le musiche, improntate a forme regolari e ad impianti armonici poco complessi, pervase da una ricca cantabilità di stampo operistico, risultano quanto mai adatte al connubio fra le sei corde ed uno strumento melodico. Il secolo scorso, rappresentato dai pezzi di Mirigliano, Pasquotti e Castelnuovo-Tedesco, offre un'idea diversa di camerismo, pervaso da un profondo senso del colore sonoro, specchio di nuove possibilità tecniche ma con, sottotraccia, l'inconfondibile lirismo italiano. Sensibile alle piccole distanze cromatiche, con interessanti intrecci fra voce e suono del flauto in sol, "Improptu" riflette, dell' Improvviso, un certo modo di pensare l'atto compositivo non tanto come articolazione di non ben definiti materiali, quanto come divenire di un pensiero che, da se stesso, "inventa" e concatena le sue figure con una relativa libertà, ma che, in quanto pensiero, non ha nulla di "improvvisato". Provocatorio uso espressivo dell'ottavino nel registro grave, la cui nota più bassa coincide con la più acuta dalla chitarra, in un gioco di cellule irregolari contrapposte a ritmi più quadrati, in "Filari". La Sonatina op. 205 è un riuscitissimo esempio della spontaneità melodica (riconoscibili diverse suggestioni dal canto popolare, al jazz, alla musica di consumo) tipica del suo autore, e della felicità del far musica insieme, due elementi che le donano un fascino irresistibile.













Linguaggi del ‘900 fra avanguardie e contaminazioni

Federica Lotti  -  flauti

Florindo Baldissera  - chitarra



Heitor Villa Lobos  (1887-1959)

Distribução de flores  (1937)



Corrado Pasquotti  (1954)

Filari  (1989\90) per ottavino e chitarra



Luciano Berio  (1925-2001)

Sequenza I  (1958) per flauto solo



Mario Castelnuovo-Tedesco  (1895-1968)

Sonatina op. 205  (1965)  per flauto e chitarra

Allegretto grazioso

Tempo di Siciliana

Scherzo - Rondò



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Toru Takemitsu  (1930-1996)

Toward the Sea  (1981) per flauto in sol e chitarra

The Night

Moby Dick

Cape Cod


Equinox  (1994) per chitarra


Astor Piazzolla   (1921-1992)

Histoire du Tango  (1986\90)

Bordel 1900

Café 1930

Night-club 1960

Concert d’aujourd’hui



Linguaggi del ‘900 fra avanguardie e contaminazioni


Il novecento musicale ha lasciato a noi posteri un’eredità musicale difficile da decifrare. L’intreccio di stili e generi, l’avvento delle nuove tecnologie,  il rifiuto di un glorioso passato o la sua reverente rivisitazione, la ricerca di nuovi accanto al riciclo di antichi stilemi, l’allargarsi dei confini culturali e della massa dei fruitori, il distacco dal gusto filo-melodico di molti musicofili, la miriade di proposte e novità che si riverberano in un panorama musicale evanescente dai mille contrasti, specchio di un mondo irto di contraddizioni, questo e altro ci lascia il secolo da poco trascorso.


La musica non ci rassicura più con il suo caldo abbraccio romantico e si fa invece portatrice di vari e differenti modi di sentire e partecipare al disegno dell’Arte. La comunicazione sonora si avvale di sistemi non tradizionali, il suono si carica di effetti e caratteri che provengono dalle molteplici dimensioni spazio-temporali che attraversa. Lo stile non è univoco, è personale, è contrapposto. La musica del Novecento non si può raggruppare in un'unica categoria e non si può pensare di averne una chiara percezione senza visitare le sue molte categorie.


I brani presenti in questo concerto sono espressione di alcune di queste categorie, dalle sapienti elaborazioni di spunti  popolari del brasiliano Heitor Villa Lobos e dell’italo-americano Mario Castelnuovo Tedesco, all’intenso mondo del tango argentino di Astor Piazzolla; dallo spettrale prisma sonoro con influssi bues del giapponese Toru Takemitsu all’avanguardia scintillante di Luciano Berio e lucidamente evocativa di Corrado Pasquotti.

Un itinerario che fornisce significativi assaggi di differenti approcci linguistici, di differenti modi di restituirci l’immagine non ancora sbiadita di un vicino passato.


Flauto e chitarra sono strumenti ben presenti nella produzione musicale del Novecento e il loro repertorio conosce, in questo secolo, una abbondante fioritura. I compositori, affascinati dal timbro e dalle possibilità di modificazione del suono, ne hanno esplorato a fondo le potenzialità foniche, sfruttandone le peculiarità e contribuendo ad inventare nuove tecniche esecutive e nuove possibilità sonore. E queste aumentate potenzialità esecutive offrono non pochi momenti di piacevolezza e stimolante gradimento al moderno ascoltatore.

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