Nata a Feltre (BL) si è diplomata in canto con il massimo dei voti nel 1995 al Conservatorio “C. Pollini” di Padova. Nel 2008 ha conseguito il Diploma Accademico in Didattica della Musica presso il Conservatorio “Pedrollo” di Vicenza. Si è perfezionata in seguito con Nina Dorliak, Cristina Miatello, Dalton Baldwin, François Ogéas, Marina D’Ambroso, Sergio Balestracci, Maria Luisa Cioni e Sherman Lowe. Finalista nel 1996 del VIV Concorso Nazionale di musica vocale da camera “Città di Conegliano” ha effettuato un’intensa attività concertistica. Ha eseguito canti etnici bosniaci e armeni nel récital teatrale di Daniela Nicosia Nel nulla del deserto, all’ombra del filo spinato, vincitore del premio nazionale “E.I.P. Paola De Martino” 1998-99 e ha cantato come solista con l’Orchestra da Camera di Belluno. Ha registrato la Passione di Gesù di Antonio Caldara con l’Ensemble Europa Galante diretto da Fabio Biondi (Virgin Classic) e L’Oratorio di Natale op. 12 di Camille Saint-Saëns diretto da Fabrizio Da Ros. Nel 2006 ha registrato CD monografico su musiche di Antonio Fiabane. Ha collaborato stabilmente con l’Athesis Chorus e Consort diretti da Filippo Maria Bressan e con il Coro della Radiotelevisione Svizzera. In tale ambito ha lavorato sotto la direzione di Franz Brüggen, Eliahu Imbal, Jeffrey Tate, Peter Maag, Carlo Maria Giulini nelle più prestigiose sedi concertistiche italiane ed europee.






Liana Maeran soprano   -   Florindo Baldissera vihuela e chitarra


“Variazioni attraverso i Secoli”



Spagna


Alonso MudarraKyrie de Josquin voce e vihuela

Triste estava el rey David voce e vihuela

Miguel de Fuenllana  De antequera sale el Moro voce e vihuela


Fernando Sor 2  Seguidillas   voce e chitarra


Federico Garcia-Lorca  Nana de Sevilla – Sevillana del siglo XVIII

voce e chitarra



Italia


Mauro Giuliani Tre Lieder per voce e chitarra op. 86

- Abschied I

- Abschied II

- An das Schicksal


Austria


Franz SchubertDer Wanderer 

Lied per voce e chitarra (trascrizione di AntonDiabelli)


Ludwig van BeethovenAdelaide    

Lied per voce e chitarra (trascrizione di AntonDiabelli)


Francia


Matyas SeiberQuattro canzoni popolari francesi  (1961)

Réveillez-vous

J’ai descendu
Le Rossignol
Marguerite, elle est malade


America Latina


Heitor Villa-LobosPreludio n. 1  chitarra

Bachianas brasileiras n. 5  per voce e chitarra


Ernesto Cordero 3 “Primeros Versos” per voce e chitarra

- Callate silencio mio

- En el Café

- Madrugada





Programma moderno



Federico Garcia Lorca

(1898-1936)

Nana de Sevilla



Matyas Seiber

(1905-1960)

Quattro canzoni popolari francesi

Reveillez-vous – J’ai descendu – Le rossignol

Marguerite elle est malade


Jean Français

(1912-1997)

Priere du Soir (1947)



Heitor Villa Lobos

(1887-1959)

Preludio (1940)

Modinha (1926)

Bachianas brasileiras n. 5 (1938)

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Verdapet Komitas

(1869-1935)

Padre nostro a voce sola


Toru Takemitsu

(1930-1996)

Equinox (1985)



Franco Donatoni

(1927-2000)

Algo (1977)

Due pezzi per chitarra



Gianantonio Alberton

Tre Haiku (2006)

Prima esecuzione assoluta


Ernesto Cordero

(1946)

Primeros Versos  (1967)

Cállate silencio mio

En el Café - Madrugada




TESTI



BEETHOVEN

ADELAIDE

Solitario il tuo amico vaga nel giardino primaverile, circondato da una mite, magica luce, che brilla fra i tremanti rami fioriti, Adelaide! Nelle limpide acque, nelle nevi delle Alpi,  nelle nuvole dorate del giorno al tramonto, nella volta stellata si riflette la tua immagine,  Adelaide! Un giorno, o miracolo, sulla mia tomba spunterà un fiore dalle ceneri del mio cuore;

a chiare lettere su ogni petalo purpureo brillerà: Adelaide!

(F. Matthisson)



CORDERO

CÁLLATE SILENCIO MIO  (Taci silenzio mio)

Taci, silenzio mio, che voglio ascoltare il mio dolore, taci, perché mi calma il silenzio della tua voce serena.

Vattene dal mio fianco, che voglio restare sola. Taci, perché anch’io sto in silenzio. E se mi parli, muoio!

(E. Alonso)


EN EL CAFÉ  (Nel Caffè)

Mi siedo qui e osservo l’atmosfera e il silenzio. Una nuvola lontana, una remota candela, questa polvere nella luce sopra gli edifici, un cavallo di mare imprigionato in una gabbia, il profumo della sera che si inclina sul mio grembo,

uccelli che saltano sugli scogli della strada e che, istantaneamente, si mescolano alla tela trasparente del cielo. E i miei occhi vagano in ogni angolo a gridare queste novità nel silenzio.

(J. Gonzáles)


MADRUGADA (Alba)

C’è già lo splendore dell’alba in cima al Palmar, una molletta dei cristallo sulla crocchia di una palma: la mia anima a te vola, cercandoti nel vuoto del cielo. Se anche tu adesso guardi l’orizzonte,  allora il tuo pensiero e il mio si stanno baciando.

(L.L. Torres)



FRANÇAIS

PRIERE DU SOIR (Preghiera della sera)

Nelle spesse ombre funeree, nella notte cupa, immagine della morte, astro del nostro spirito sorge la stella del Nord, fiaccola delle nostre tenebre. Liberaci dalle futili menzogne, e dalle illusioni delle favole nella fede: che il corpo dorme in pace, che lo spirito ti veglia, per non risvegliare i sogni. Il cuore riposa nella pazienza, dorme fredda la paura e la noia opprime! Se l’occhio è chiuso nella pace, sia chiuso con lui anche l’occhio della coscienza. Per quelli che cantano le tue lodi, il tuo viso è il cielo, i tendaggi dell’incerto, nel rifugio delle tue mani, sono il campo dei tuoi angeli.

(A. D’Aubigné)



GIULIANI

ABSCHIED 1. Goethe (Commiato)

È fin troppo facile rompere una promessa, il dovere familiare è troppo impegnativo. Non possiamo promettere niente che non senta il nostro cuore, tu reciti antichi magici incantesimi, lusinghi chi è appena giunto alla quiete di ritorno dalla nave agitata della follia, e rinnovi e raddoppi i pericoli. Perché cerchi di nasconderti a me? Apri il tuo animo, non fuggire il mio sguardo! Presto o tardi ti scoverò e la tua promessa tornerà a te di nuovo. Il mio dovere è ormai compiuto; d’ora in poi non ti ostacolerò più. Perdona l’amico che lascia te, e quietamente rientra in se stesso.


ABSCHIED 2. (Commiato)

Addio terra materna! Nascondimi presto nel tuo freddo seno, affinchè per una volta possa restare asciutto quest’occhio, dove sono sgorgate molte lacrime.  Non ho trovato ciò che cercavo; cercavo pace mi hai dato dolore; Le più belle ore della mia giovinezza sono bagnate dalle lacrime. Oh, quanto stupenda sognavo fosse la vita per me! Ma ora lasciami, o Padre, andare a riposare. Addio terra materna! Ma concedimi che presto nel tuo seno, dopo una vita di pene e dolori, il mio cuore possa trovare requie sotto il muschio fresco. Un giorno uno splendido mattino sorgerà per me! A Colui che vive sopra le stelle potrò versare (ora non lo posso fare) tutto la sofferenza e l’angoscia. Oh, quanto stupenda sognavo fosse la vita per me! Ma ora lasciami, o Padre, andare a riposare.


AN DAS SCHICKSAL (Al destino)

Ascolta, o destino, ciò che ti chiedo, ascolta dunque! Conducimi fuori dai clamori del mondo in una quieta valle di pace. Dammi solo un piccolo rifugio, dove niente possa rendermi triste, dove un piccolo rustico giardino sorrida al mio sguardo. Dove con la mia amata, nella serenità, l’illusione della vita possa volare via da me; dove una giovane ragazza e un giovane ragazzo possano fiorire, pieni di promesse, prima di riprodursi. Stanco degli affanni mondani, per lungo tempo ho ambito la pace. Destino gentile, conducimi presto al riposo della pace.

(C.L. Reissig)



MOZART

AN CHLOE (A Cloe)

Quando l’amore brilla nei tuoi azzurri  chiari occhi sinceri e per la gioia di guardarvi dentro il mio cuore batte e arde,
e ti stringo, e bacio con passione le tue rosee gote, cara fanciulla, ti tengo tremante fra le mie braccia! O fanciulla, ti premo forte al mio cuore che infine, consunto, ti allontana da sé; una tetra nuvola vela lo sguardo e mi abbandono inebriato, felice accanto a te.

(J.C. Jacobi)


ABENDEMPFINDUNG (Sensazioni della sera)

È sera, il sole è scomparso e splende argentea la luna; così passano le ore più belle della vita fuggono via come danzando.

Presto scompare la variopinta scena della vita e cala il sipario; la nostra parte è finita e la lacrima dell’amico già corre sulla nostra tomba. Presto, forse (mi sfiora leggero come vento dell’ovest un sottile presentimento)  chiuderò questo pellegrinaggio terreno e volerò nel regno della pace. Quando piangerete sulla mia tomba mirando dolenti le mie ceneri allora, o amici, vi apparirò e aleggerò sopra di voi. Donami anche tu una piccola lacrima e cogli sulla mia tomba una viola, e con il tuo sguardo profondo guardami dolcemente. Dedicami una lacrima e ahimè, non vergognarti di avermela dedicata! Nel mio diadema sarà la perla più bella



MARTINI

PLAISIR D’AMOUR (Piacere d’amore)

Piacere d’amore, non dura più di un momento: martirio d’amore dura tutta la vita.

Ho lasciato tutto per  Silvia l’ingrata, e lei mi lascia per un altro amante. “Finché quest’acqua scorrerà dolcemente verso il mare che costeggia la pianura, io t’amerò” mi ripeteva Silvia.

L’acqua scorre ancora, ma lei ugualmente mi ha lasciato… Piacere d’amore, non dura più di un momento:

martirio d’amore dura tutta la vita.



PAISIELLO

NEL COR PIÙ NON MI SENTO
Nel cor più non mi sento brillar la gioventù; cagion del mio tormento amor, sei colpa tu. Mi  pizzichi, mi stuzzichi, mi pungichi, mi mastichi, che cosa è questo, ahimè? Pietà, pietà, pietà! Amor è un certo che, che disperar mi fa!


SCHUBERT

DER WANDERER (Il viandante)

Vengo dalla montagna, è nebbiosa la valle, in burrasca il mare. Cammino in silenzio, scontento, e sempre mi domando sospirando: dove? E sempre: dove? Qui il sole mi pare così freddo, i fiori appassiti, la vita scomparsa; quello che dicono è vano rumore, dappertutto io sono un estraneo. Dove sei, amato mio paese? T’ho cercato, immaginato, e mai conosciuto! Il paese, il paese verde di speranza, la terra dove  fioriscono le mie rose, là dove passeggiano i miei amici, dove resuscitano i miei morti, il paese che parla la mia lingua, o terra dove sei? Io vago silenzioso, infelice, e sempre mi domando sospirando: dove? E sempre: dove? Una voce misteriosa mi risponde: “Là dove non sei tu, là c’è la felicità!”

(G. Ph. Schmidt von Lübeck)


HEIDENRÖSLEIN (Rosellina selvatica)
Un ragazzo vide una rosellina selvatica, era così giovane, bella come il mattino, corse svelto per guardarla da vicino, e la sua gioia fu tanta. Rosellina rossa, rosellina selvatica.  Il ragazzo disse: “Ti coglierò, rosellina selvatica!”

Rosellina disse: “Io ti pungerò, così che tu pensi sempre a me, non subirò la tua bravata.” Rosellina rossa, rosellina selvatica. E il rude ragazzo colse la rosellina selvatica; la rosellina si difese e punse, né ohi né ahi le valsero,

dovette subire e basta. Rosellina rossa, rosellina selvatica.

(J. W. Goethe)


NACHTSTÜCK (Canzone notturna)

Quando la foschia scende sulle colline, e la luna penetra faticosamente fra le nuvole, il vecchio imbraccia la sua arpa, si incammina, e canta alla foresta, in tono dolce: “O notte santa, presto sarà finita, presto potrò dormire il lungo sonno, che mi libererà di tutti i dolori.” Allora i verdi alberi stormiscono: “Riposa in pace, o uomo gentile.” Le erbe mormorano con voce oscillante: “Noi copriremo il luogo dove riposerà.” E molti amabili uccelli esclamarono: “Forse riposerà meglio nel suo letto di terra.” Il vecchio ascolta, poi si quieta, La morte lo ha abbracciato con dolcezza.   (J. Mayrhofer)


STÄNDCHEN (Serenata)

Sommessi nella notte i miei canti ti supplicano;  diletta, vieni da me giù nel bosco silenzioso! Sussurrando stormiscono le cime degli alberi nella luce lunare. Non temere, amata, il traditore che origlia ostile. Senti cantare gli usignoli? Ah, ti implorano, con dolci lamenti ti supplicano per me. Capiscono l’ardente desiderio del mio cuore, conoscono il male d’amore, commuovono con toni argentini ogni cuore sensibile. Lascia che anche il tuo cuore si commuova, amata,ascoltami, tremante ti attendo con ansia! Vieni, colmami di felicità!   (L. Rellstab)


SEIBER

RÉVEILLEZ-VOUS (Svegliatevi)

Svegliatevi bella addormentata, perché è giorno. Mettetevi alla finestra, sentirete parlare di voi.

La bella mise a terra i piedi, e, con dolcezza, aprì la porta: “Entrate, galantuomo, se mi amate.”

La bella si addormentò fra le braccia dell’amante, e lui la guardò, vedendo i suoi occhi chiusi.

“Le stelle sono brillanti, e il sole abbaglia, ma i bei occhi della mia amata,  sono più affascinanti.”


J’AI DESCENDU  (Sono scesa giù)

Sono scesa giù nel mio giardino, per raccogliere il rosmarino. Gentile galletto, gentile giovane galletto, signore mie.

Non avevo neanche raccolto tre rametti che un usignolo si posò sulla mia mano. Gentile galletto, gentile giovane galletto, signore mie. Mi ha detto tre parole in latino, che gli uomini non valgono niente. Gentile galletto, gentile giovane galletto, signore mie. Che gli uomini non valgono niente, e i ragazzi ancora meno. Gentile galletto, gentile giovane galletto, signore mie. Delle donne non mi ha detto niente, ma delle ragazze mi ha detto molto di buono. Gentile galletto, gentile giovane galletto, signore mie.


LE ROSSIGNOL  (L’usignolo)

Usignolo dei boschi, usignolo selvaggio, insegnami la tua lingua, insegnami a parlare; insegnami come si fa ad amare. “Bella ragazza, si dice in ogni dove che avete delle mele renette nel vostro giardino; permettetemi di toccarle con la mia mano.” “No, non permetto che si tocchino le mie mele. Portatemi nelle mani la luna e il sole, e poi toccherete le mele che sono nel mio giardino.”


MARGUERITE, ELLE EST MALADE  (Margherita è ammalata)

Margherita è ammalata, ha bisogno del medico, ho, ho, ha bisogno del medico. Il medico l’ha visitata e gli ha proibito il vino, he, he, gli ha proibito il vino. “Medico, vai al diavolo, poiché mi hai proibito il vino, hu, hu, poiché mi hai proibito il vino!” “Ho bevuto tutta la mia vita, berrò fino alla fine, he, he, berrò fino alla fine!”



VILLA LOBOS

BACHIANAS BRASILEIRAS

Ecco lente nuvole, rosee e trasparenti nella notte, sopra un paradiso incantato e sognante! Dall’immenso profondo la luna sorge meravigliosa, nobilitando la notte come una bella signora. Ora si adorna come per un dovere quasi inconscio,  ansiosa e impaziente che la sua bellezza sia riconosciuta, mentre il cielo, la terra, e tutta la natura, gridando, la salutano con un applauso! Tutti gli uccelli hanno cessato il loro canto triste e lamentoso, ora appare sul mare un argenteo riflesso,

la luce della luna cammina dolcemente sull’anima costringendola a lacrime crudeli e amaro sconforto. Ecco lente nuvole, rosee e trasparenti nella notte, sopra un paradiso incantato e sognante!

(R.V. Corréa)